I piccoli passi contano

Perchè i piccoli passi contano molto più di quanto crediamo

Oggi parliamo di quello che ormai è quasi un meme: il mio rapporto con i commit.

(Ok, ma cos’è un commit? Immagina sia un’istantanea del progetto su cui stai lavorando con alcune caratteristiche carine, come la possibilità di tornare a quello stato del progetto se combini qualche disastro. Sarebbe bello se funzionasse anche con le foto eh?)

(Ok, ma cos’è un meme? Fatti un cultura pls.)

Il senso dei commit è che andrebbero fatti spesso, soprattutto quando più persone lavorano ad uno stesso progetto, in modo da avere una visione aggiornata dello stato attuale del codice e di “doversi preoccupare” solo dei cambiamenti avvenuti di recente.

Il “problema” dei commit, secondo la mia testa, è che rappresentano la diffusione al pubblico di un mio lavoro non finito, che di sicuro ha qualche problema, che di sicuro può essere migliorato, che di sicuro non è perfetto.

(A questo proposito oggi ho avuto la fortuna di leggere un articolo sul perfezionismo nelle nuove generazioni che mi ha illuminato.)

Il punto è proprio quello. Non deve essere perfetto: la perfezione è nemica del progresso.

La cosa veramente importante è fare qualcosa, fare un passo nella giusta direzione, in fin dei conti “il mare è fatto di gocce” e “Roma non é stata costruita in un giorno”.

(NB: Sono abbastanza convinto che sia possibile esprimere qualsiasi concetto usando solo citazioni e frasi fatte, un giorno lo dimostrerò dal punto di vista matematico.)

Da qui nasce il principio “Fuck it, ship it!” secondo cui l’importante è consegnare/concludere/pubblicare, perchè una volta concluso qualcosa si può pensare a migliorare, ma se si pensa solo a migliorare, senza mai concludere, non si finisce mai niente (story of my life).

Ok, bella storia, ma i commit non sono il punto del post!

Che cosa intendo? Intendo che conta poco che si parli di commit, del libro che stai scrivendo, del quadro che stai dipingendo o della dieta che stai posticipando da 6 mesi.

Prendiamo il mio caso, con un semplice post su questo blog ho messo in moto dentro di me energie che non credevo di avere.

Ho cominciato a scrivere qui, questo stesso post è la prova del “prima fai, poi migliora”, non è perfetto, è migliorabile, ma intanto mi ha aiutato (spero) a far arrivare un messaggio.

Vogliamo per forza parlare di commit?

Questi sono solo quelli di gennaio e probabilmente sono più di quelli che ho realizzato nei due mesi precedenti combinati.

Vanno dai post sul blog, a miglioramenti al codice “dietro” al blog (all’inizio era una scusa per sperimentare nuove tecnologie), a qualche progetto che ho deciso di pubblicare (come un semplice script per contare le ore di lavoro fatte, che ho usato durante il mio stage), a qualche miglioria a progetti già esistenti (come questo semplice sito in cui vengono visualizzate delle citazioni, ora anche con un bello sfondo, grazie ad uno dei commit).

Puoi trovare il sito web qui: quote generator. Se non va ricarica la pagina, non è ancora perfetto ;)

Nulla di tutto questo è perfetto

La cosa migliore è che non mi interessa più, perchè la perfezione si raggiunge solo dopo molti sbagli, continuando a provare.

Quindi, per concludere, il mio consiglio è di provare. Provate, provate e provate. Scrivete quel libro, andate in palestra, fate quel tuffo, compratevi quel vestito, lanciatevi in quel progetto, ma per carità: provateci.

Lungo il percorso incontrerete un sacco di persone che potranno aiutarvi e consigliarvi o che saranno ispirate dal vostro lavoro e vi ispireranno a loro volta, ma solo se avrete il coraggio di uscire allo scoperto e mettervi in gioco.

“Il momento migliore per piantare un albero era vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso.”
Confucio

Un saluto amici miei, a presto.

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Kiailandi's Stream of Consciousness

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